Comunicato del Ministero delle Comunicazioni Siriano

A partire dalla comune responsabilità legale e morale, viene presentato un messaggio sovrano delle informazioni che presentano la verità al pubblico, in modo professionale e obiettivo, lontano dalla visione unilaterale associata a piani politici, credendo nell'importanza di lavorare insieme in quanto istituzioni dell'informazione il cui codice di condotta etico della professione, impone di operare per fornire informazioni obiettive, avendo come scopo la questione nazionale araba e la gloria e la dignità dell'uomo arabo. Unendo alle parole le azioni, vogliamo dimostrare che la Siria è oggetto, fin dall'inizio della crisi, di una campagna di disinformazione da parte di importanti media arabi e stranieri, che vengono reclutati come braccio informativo dei gruppi armati terroristici che compiono attacchi terroristici contro il popolo siriano, civili e militari, coordinandosi nella fabbricazione di massacri da parte di gruppi armati contro i cittadini siriani, presentandoli ed etichettandoli in modo d'accusare le forze armate e le forze di sicurezza e d'ordine arabe siriane, senza avanzare il minimo dubbio in merito ai massacri, su sfondo, obiettivi, contesti ed interessi nei quali sono stati commessi tali massacri; ciò al fine di infangare la reputazione della Siria e di abusare dell'atteggiamento arabo, regionale e internazionale verso di essa.
Nonostante il rispetto della Siria verso i suoi impegni nei confronti del processo politico per porre fine alla crisi, e il suo costante desiderio di trovare una soluzione politica nel quadro del pluralismo politico, nell'ambito di un vasto programma di riforma guidato da siriani di tutte le origini e categorie, e l'accettazione della missione degli osservatori inviata dalla Lega Araba per raggiungere un accordo sulla base dei termini dell'inviato internazionale, Kofi Annan, il 25 marzo 2012, i gruppi terroristici armati continuato a violare tutti i piani e gli sforzi politici per la soluzione, praticando il terrorismo e le violenze armate contro lo Stato, i cittadini, i membri dell'esercito e delle forze di sicurezza arabe siriane, mentre le violazioni del piano dell'inviato ONU hanno superato le 10.600 volte, costando la vita di centinaia di martiri civili e militari, e il sabotaggio colpisce l'infrastruttura delle reti elettriche e delle condutture per il petrolio e il gas, gli ospedali e le scuole. Le scuole non sono sfuggite ai terroristi oscurantisti, sostenuti dai fondi del petrolio del Golfo Persico e dalle armi del tradimento turco, le scuole devastate sono più di 1.700, le perdite sono stimate in quasi 500.000.000 di lire siriane, per non parlare degli omicidi di insegnanti, più di 40 sono stati uccisi per mano del terrorismo traditore, il che significa che per il popolo della Siria si torna indietro di secoli, nell'ignoranza e nell'arretratezza. Il settore sanitario, che offre servizi gratuiti ai cittadini siriani, non è stato risparmiato dal terrorismo. Ospedali e centri sanitari sono stati colpiti con saccheggi e atti vandalici, incendi dolosi e attentati contro le equipe mediche mentre compivano il loro lavoro umanitario; il numero di ospedali attaccati e sabotati dai gruppi terroristici armati va oltre 38, assieme a 132 centri sanitari. 25 ospedali sono stati riabilitati, ma le perdite per il settore sanitario hanno superato i 3,5 miliardi di lire siriane. Lo stesso per il settore luce, petrolio e gas, causando un impatto negativo sulla vita del cittadino siriano, che forniscono servizi a carico dello Stato per miliardi di lire siriane ogni anno.
È anche dubbia la coerenza degli atti di sabotaggio contro i servizi e le infrastrutture da parte dei terroristi in Siria, accanto alle ingiuste sanzioni economiche imposte dai paesi occidentali e da alcuni paesi arabi nei confronti dei settori economici interessati ad assicurare le esigenze quotidiane dei cittadini siriani, in particolare carburante, gas per riscaldamento e la cucina, medicine per le malattie croniche e altri bisogni di base; ciò ha un impatto negativo sulla vita dei cittadini e sulla capacità di garantirne il tenore di vita, nel tentativo di sollevare l'opinione pubblica contro il governo siriano e accusare il governo di non fornire i servizi di base ai suoi cittadini, ma il governo siriano continua a lavorare attivamente per soddisfare queste esigenze e per riparare le aree danneggiate dei servizi sanitari, dell'istruzione, delle reti elettriche e per il trasferimento di combustibile e gas, oltre ad affrontare il terrorismo che subisce.
Questa quantità enorme di terrorismo quotidiano contro la Siria e il suo popolo, non ha ricevuto molto interesse dai media più importanti arabi e internazionali, anzi viene trattata in modo abusivo, per avere un impatto sul collasso dello Stato, evitando d'informare sulla natura del terrorismo, senza condannare il sabotaggio criminale, perciò incoraggiando ulteriori atti di vandalismo e terrorismo. L'osservatore non ha bisogno di pensare molto per comprendere il doppio standard adottato nel trattamento politico e mediatico di ciò che accade in Siria, da un lato; e il coinvolgimento di certi media arabi e occidentali con il terrorismo e i gruppi armati, collaborando allo spargimento di altro sangue siriano, dall'altra parte. Se ricordiamo tutte le uccisioni commesse in Siria, vediamo che sono state precedute o sono coincise con le riunioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite o le riunioni dell'Assemblea generale e del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite riguardo la Siria; ciò per incoraggiare la comunità internazionale contro il nostro Paese e sfruttarla politicamente per avere posizioni aspre e le condanne contro la Siria nelle sedi internazionali. Non dobbiamo che guardare le date delle stragi che hanno avuto luogo e le posizioni internazionali contro la Siria che le hanno seguite, per avere chiaro il contesto in cui si svolgevano e per quale motivo, deducendone così i veri colpevoli.
Ciò che attira l'attenzione è la velocità della condanna dai paesi occidentali e arabi, in particolare dai paesi e dalle forze coinvolte nel finanziamento, armamento e nel garantire un tranquillo rifugio dei terroristi, facilitandone l'infiltrazione nel territorio siriano e questa carneficina, in modo che gli eventi siano pronti e coordinati per accusare lo Stato siriano e convincere ad adottare rapidamente una soluzione contro di esso, secondo la norma del capitolo VII, aprendo la via all'intervento militare negli affari interni della Siria, mentre questi paesi tollerano e non condannano gli attentati terroristici perpetrati dai gruppi terroristici nei confronti dei cittadini siriani e le infrastrutture e i servizi che assicurano la vita quotidiana dei cittadini della Siria, ponendo delle questioni e sollevando seri dubbi circa il legame tra certi Stati e i loro media, e il terrorismo e il sabotaggio subiti dalla Siria. Ciò è accaduto recentemente nel villaggio al-Trimsah, presso Hama, il 12/07/2012, accompagnato da uno sfruttamento odioso da parte dei media, divenendo una scusa sanguinosa per una rapida presa di posizione internazionale, senza alcuna verifica degli eventi, adottata solo grazie all'azione dei canali TV partner dei terroristi, che trasmettono per incitare al conflitto e alla violenza.
Reti TV tendenziose avevano parlato dell'uso di armi pesanti, carri armati, elicotteri e della morte di circa 250 civili, sulla base di video di pochi secondi trasmessi dai gruppi armati, la cui credibilità non poteva essere verificata, ma gli ambienti politici internazionali hanno adottato immediatamente la storia, senza controllare, mentre lo stato siriano confermava che erano state utilizzate armi leggere e lanciarazzi RPG nella lotta ai terroristi e nelle incursioni alla loro base, eliminando 37 terroristi, mentre due civili morti furono rinvenuti, assieme a grandi quantità di armi e munizioni per mitragliatrici, lanciarazzi RPG, fucili automatici, razzi e IED usati dai terroristi assedianti. La missione degli osservatori internazionali aveva visitato il villaggio al-Trimsah per verificare quello che vi era successo, riferendo che, attraverso l'ispezione del luogo degli scontri tra le forze governative di stanza nel paese ed elementi armati, non c'era stato alcun massacro.
La domanda più importante è perché i media sono pronti a parlare di un massacro presunto o fabbricato, contemporaneamente alle riunioni del Consiglio di Sicurezza per discutere la proroga della missione degli osservatori internazionali in Siria? Per fare pressione sul Consiglio e in particolare sui paesi che rifiutano qualsiasi ingerenza esterna negli affari della Siria, cercando di metterli in imbarazzo? E qual è il beneficio dai massacri per il governo siriano, durante la vista degli osservatori delle Nazioni Unite, e quando il Consiglio di Sicurezza decide sulla missione in Siria? Tutte queste domande non hanno bisogno di molta ricerca per avere delle risposte.
Il massacro di Hula, presso Homs, il 25 maggio 2012 era costata la vita a decine di bambini e di donne uccisi a sangue freddo, e ciò poco prima di una visita dell'inviato internazionale Kofi Annan a Damasco, il 29 maggio 2012, e alcuni media e l'opposizione accusarono l'esercito arabo siriano di aver bombardato la zona con armi pesanti, e che le vittime erano cadute sotto il bombardamenti, ma quando fu chiaro che la maggior parte delle vittime erano state uccise con colpi ravvicinati, iniziarono a fantasticare di Shabiha e altro che non ha potuto sopportare la prova dei fatti emersi, dimostrando al di là di ogni dubbio che i terroristi avevano commesso il massacro contro tre o quattro famiglie favorevoli allo Stato e che rifiutavano il vandalismo, essendo parte della famiglia Meshleb, vicina al parlamentare siriano Abdel Muti Meshleb, Ci chiediamo a vantaggio di chi, e per quale lo scopo, andava tale massacro? La ragione è certamente chiara, un'interferenza alla visita di Kofi Annan e per deviare i negoziati al fine di favorire i pianificatori del programma per abbattere la Siria. Il massacro di al-Qibir, presso del Hama, perpetrato il 06/06/2012 contro dei civili, tra cui donne e bambini, è stato organizzato e pianificato dai gruppi armati terroristici e dai loro sponsor regionali e internazionali, in previsione della riunione del Consiglio di sicurezza sulla situazione in Medio Oriente del 06/07/2012, allo scopo di avviare operazioni sanguinose contro i siriani e a favore delle agende politiche dell'Occidente.
Con l'accentuazione da parte dei media e del mondo politico occidentali di questi massacri, e ignorando del tutto le operazioni e gli atroci attentati terroristici perpetrati dai terroristi contro il popolo siriano e le infrastrutture di servizio per la distribuzione di carburante, e le reti elettriche e del gas, le scuole e gli ospedali, colpiti da atti vandalici e incendi, si appoggia la criminalità e s'incoraggia i terroristi a continuare le loro attività terroristiche contro lo Stato e il popolo siriani. Questi canali e questi Stati ipocriti fanno del commercio sul sangue, le lacrime e il diritto, al fine di ottenere vantaggi politici regionali, i particolare certi Stati arabi e l'occidente. Va osservato il coinvolgimento di alcuni paesi della regione, comprese Turchia, Arabia Saudita e Qatar, nell'infiltrazione di mercenari e militari stranieri ed arabi, nel loro finanziamento e armamento, per combattere contro lo stato siriano sotto la bandiera della "jihad". Un certo numero di loro proveniente da diversi paesi come la Libia e la Tunisia, è stato arrestato e ha confessato di aver attraversato il confine della Turchia, dove sono stati creati di campi di addestramento e fornito altro sostegno ai terroristi in Siria. Confermano il coinvolgimento dei paesi vicini nel terrorismo, che la Siria affronta, ospitando terroristi e insorti, assicurando campi di addestramento e finanziamento sotto la copertura di campi per rifugiati, da cui lanciare attacchi contro le zone di frontiera della Siria, e cercare di attraversare il confine, dove la guardia di frontiera siriana ogni giorno affronta decine di tentativi d'infiltrazione di militanti e di contrabbando di armi provenienti dalla Turchia, dimostrando come minimo il coordinamento dei leader politici e militari di tale paese con i gruppi armati, oltre a un gran numero di tentativi di infiltrazione e di traffico di armi da Libano e Giordania, mentre le forze della guardia di frontiera di questi paesi non impediva i numerosi tentativi di infiltrazione o di contrabbando di armi verso la Siria, in violazione del diritto internazionale e delle leggi antiterrorismo mondiali.
Qualsiasi paese accetterebbe che degli Stati confinati diventino dei centri per l'addestramento di ribelli associati con organizzazioni che adottano l'ideologia takfirista jihadista di al-Qaida, come il Fronte al-Nassra, che ha rivendicato diversi attentati terroristici a Damasco e Aleppo? Il fronte al-Nassra ha rivendicato due attentati a Damasco, che hanno avuto luogo l'11 maggio 2012, uccidendo pi? di 55 martiri e facendo pi? di 300 feriti, e due attentati a Kassa e alle Dogane (Jamarek) di Damasco, il 17 marzo 2012, uccidendo 27 persone e il bombardamento di Midan, a Damasco, il 27 aprile che uccise nove persone, e gli attentati terroristici ad Aleppo, il 10 febbraio 2012, che portarono al martirio di 28 cittadini, cosi come il Fronte al-Nassra ha rivendicato il bombardamento del quartier generale del notiziario siriano (al-Iqbaria), vicino a Damasco, il 27 giugno 2012. Questa non è una collusione con il terrorismo che si pretende di combattere, da parte di quelle nazioni che nel corso degli anni hanno avviato guerre e occupato paesi sotto la bandiera della lotta al terrorismo, come è successo con l'Iraq e l'Afghanistan? Non solo, ma vediamo tutti i giorni come alcuni stati siano in competizione, come l'Arabia Saudita, il Qatar e la Turchia nel sostenere gli Stati Uniti e i paesi dell'Unione europea nel legittimare il terrorismo che la Siria deve affrontare, nei consessi internazionali e nelle piattaforme delle Nazioni Unite, dove l'Arabia Saudita ha emesso una proposta di risoluzione, all'Assemblea generale del 3 agosto 2012, nel quadro dell'articolo 34 della Carta per la prevenzione dei conflitti armati nella vera contraddizione tra ciò che praticano segretamente e apertamente questi paesi, alimentando la crisi in Siria, convertendola in un conflitto armato, finanziando ed armando gruppi di terroristi, mentre propongono questa risoluzione. Ci dispiace che tutti questi paesi, tramite l'inganno e le menzogne diffuse dai loro media, abbiano cercato di sostenere un progetto di risoluzione all'Assemblea Generale che violasse il principio della sovranità dello Stato, creato dall'organizzazione internazionale per la sua protezione, trasformando l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, sotto la pressione politica, finanziaria e mediatica di questi paesi, in una copertura per diffondere la cultura del terrorismo nel mondo e minarne la stabilità e la sicurezza. E la città di Aleppo ha dovuto subire, di recente, gli intrighi di questi paesi della regione e dell'occidente, dimostrando che mentre tutti costoro affermano il loro desiderio di proteggere il popolo siriano e i suoi diritti, in realtà fanno parte di un contesto politico ostile alla Siria. Oggi Aleppo viene punita per non essersi ribellata allo Stato, e migliaia di insorti, terroristi e takfiristi jihadisti di tutto il mondo attraversano il confine con la Turchia e vengono riforniti di armi avanzate e pesanti. Certamente un portavoce della comunità internazionale, l'osservatore Sawsan Ghosheh, ha riconosciuto che "l'opposizione armata" possiede armi pesanti ad Aleppo, per abbattere lo stato siriano e trovare un pretesto per l'intervento militare straniero, dopo l'esaurimento degli strumenti interni usati da tutti questi paesi per piegare la volontà del popolo siriano nel sostenere il proprio stato e il proprio rifiuto della cultura del sabotaggio, terrorismo e assassinio.
Nonostante l'individuazione e la confutazione delle invenzioni di molti attivisti mediatici, che hanno inventato bombardamenti falsi o addirittura dei falsi massacri, riconosciuti in seguito attraverso dettagli, informazioni e foto scattate dai ribelli, come eventi fabbricati contro lo Stato e l'esercito arabo siriani, i media e i loro sponsor continuano la disinformazione, l'incitamento e la promozione degli omicidi settari, in particolare prendendo di mira i giornalisti siriani che lavorano nei media governativi. Tutti ricordano la storia della giovane siriana Zainab al-Hasni, distorta dai media che avevano manipolato un suo funerale sui social network, divenendo il simbolo dei combattenti della libertà, per poi scoprire le ragioni concrete della sua vicenda, ricomparendo viva e raccontando la storia della sua fuga dall'oppressione dei fratelli. E la storia del piccolo Sari Saoud e il famoso video che ne era stato girato, dove la madre l'abbraccia morente, ucciso dai terroristi che ripresero la scena accollandola all'Esercito Arabo Siriano, per poi vedere la madre del bambino garantire che furono i terroristi a uccidere suo figlio, e che avevano filmato la sua disperazione. Queste storie fabbricate non sono le sole della disinformazione mediatica sul conflitto diffusa dalle reti TV belliciste e terroristiche, ma sono degli esempi adeguati per coloro che vogliono giudicare con l'occhio della mente e della coscienza, e avere una posizione nella storia.
Parliamo della storia del giornalista francese Gilles Jacquet, del secondo canale francese, ucciso da un colpo di mortaio sparato dai gruppi terroristici armati durante un tour dei media a Homs, l'11 Gennaio 2012, e quanto velocemente i media e i politici arabi ed occidentali, e gli sponsor in Francia, accusarono lo Stato siriano e l'esercito arabo siriano della sua morte, nonostante l'iniziativa del governo siriano di formare una commissione d'inchiesta con la partecipazione di un rappresentante della seconda rete per cui Jacquet lavorava, ma la rete non inviò il suo rappresentante, ne il governo francese volle scoprire la verità sulla sua morte, poiché per il presidente francese dell'epoca, Nicolas Sarkozy, la preoccupazione era come sfruttare tale crimine come scusa per mettere la Siria sotto un'ulteriore pressione internazionale, anche se venne assicurato dalla relazione della missione degli osservatori arabi che Jacquet era stato ucciso dagli "attivisti dell'opposizione", assicurazione rinnovata il 2012/07/18 dal quotidiano francese le Figaro, che riferendosi a fonti del ministero della difesa francese, disse che grazie all'intelligence e allo studio della traiettoria del proiettile che uccise Jacquet, si dimostrò che era stato sparato da una base dell'opposizione armata".
Prendendo di mira le risorse intellettuali e umane dei media, i professori universitari, medici, sacerdoti informati della natura dei gruppi armati terroristici che seguono l'ideologia oscurantista di al-Qaida, che respinge l'altro e di cui sono solidali in patria o negli angoli pi? remoti della terra, quanti medici, professori universitari, sacerdoti informati e creativi siriani sono stati assassinati dai gruppi armati, soltanto perché sono degli intellettuali in disaccordo con loro, e senza che la criminalità terroristica spinga a mutare la direzione scelta dai responsabili della politica estera nei paesi occidentali e dai loro subordinati arabi, la cui acquiescenza riflette la loro collusione con la criminalità. Non essendo la disinformazione sufficiente per coloro che pianificano l'assalto alla Siria, hanno tentato di mettere a tacere la voce della Siria e di escludere qualsiasi immagine o scena che dimostri la laidezza dei loro progetti e delle loro azioni; così qualche arabo ha deciso, in occasione della riunione del Consiglio della Lega araba a Doha, il 02/06/2012, di chiedere all'amministrazione delle reti satellitari araba (Arabsat) ed egiziana (Nilesat) di bloccare la trasmissione dei canali satellitari siriani ufficiali e non ufficiali, sulle orme delle sanzioni degli Stati Uniti ed europei contro i media siriani. (Hanno sospeso la trasmissione del canale al-Dounia su Nilesat e Arabsat il 19/07/2012). Questa e altre risoluzioni contro i nostri media sono l'ordine operativo ai gruppi terroristici armati siriani di colpire i media e i professionisti dei media, attuando l'attacco terroristico contro la sede del notiziario TV siriano al-Iqbaria, nei pressi di Damasco, il 27/06/2012, che è stata completamente distrutta e ha causato la morte di tre giornalisti e quattro guardie e personale della sede, cosÏ come molti attentati contro il personale dei media siriani, durante le loro attività, nel tentativo di mettere a tacere la voce della Siria e di cancellate la situazione reale. I lavoratori della stampa siriana sono stati presi di mira dai gruppi armati che hanno ucciso il fotoreporter del giornale al-Thawra, Ihssan al-Bunni, il 12 luglio 2012, assassinato per strada nella sua regione, Darya, cosÏ come l'aggressione a una squadra siriana di al-Iqbaria da parte di un gruppo terroristico ad al-Haffah, preso Lataqia, l'11 giugno 2012, causando il ferimento del corrispondente Mazen Mohammed e del cameraman Yacoub Fadi che, ferito al petto, ha subito un intervento chirurgico.
Le risoluzioni e le sanzioni contro i nostri media nazionali, così come la collusione con il terrorismo, sono grossolanamente in contraddizione con i principi della libertà di informazione e il documento dell'organizzazione araba sulla radiodiffusione via satellite adottati dai ministri delle informazioni arabi nel 2008, che richiedono l'impegno nei confronti del principio della libertà di ricezione e di ritrasmissione; mentre l'informazione da parte dei media arabi e occidentali su ciò che accade in Siria è in palese violazione dei principi che regolano il lavoro e la deontologia dei media.
Si diffondono notizie sui massacri e i crimini commessi dai gruppi armati contro i cittadini siriani e le istituzioni dello Stato, da parte dei media arabi e occidentali, che trasmettono i video ripresi dai terroristi e da loro postati sui Social Network, la cui credibilità è difficile da verificare, mentre si ignorano ciò che i media pubblici e privati siriani trasmettono. Tutto ciò è in contraddizione con il codice deontologico dei media, secondo cui è necessario che i media controllino le informazioni provenienti dalle varie fonti, prima della loto pubblicazione. La tesi di alcuni canali, di utilizzare le immagini dei social network con il pretesto di non poter entrare in Siria, è del tutto inaccettabile, in particolare il Ministero dell'Informazione ha concesso dei visti alle squadre mediatiche, dagli eventi dei primi di marzo 2011 fino ad oggi, a pi? di 600 squadre di vari media arabi e stranieri, stazioni televisive, agenzie di stampa, giornali e stazioni radio, e circa 100 media accreditati a Damasco seguono gli eventi tutti i giorni.
Il Governo della Repubblica araba siriana ha sottolineato il suo impegno all'inviato delle Nazioni Unite Kofi Annan, ed inoltre ha approvato il compito del suo successore, il signor Lakhdar Brahimi, a trovare una soluzione pacifica alla crisi da parte della Siria, garantendo la partecipazione di tutti i cittadini al futuro della Siria, e qui noi chiediamo ai media arabi e del mondo di adempiere alle proprie responsabilità etiche e professionali e ad impegnarsi secondo la carta etica dei media all'obiettività nel riferire gli eventi in Siria e ad evitare l'unilateralismo nella loro copertura. Ci appelliamo anche ai responsabili dei media arabi nell'adempiere al loro obbligo legale e morale, onorando la carta deontologica sulle informazioni e gli accordi firmati tra i paesi arabi circa lo scambio di notizie e l'adozione di buone informazioni documentate da pi? di una fonte, al fine di realizzare il principio fondamentale del giornalismo di basarsi sull'imparzialità e sull'obiettività, lontano dalla politica e dalle provocazioni che istigano i cittadini di un paese alla lotta tra fazioni e alla sedizione, per perseguire gli obiettivi e gli scopi dei nemici della nazione e della patria.

Traduzione di Alessandro Lattanzio